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Intolleranze Alimentari
in
il benessere
Buongiorno visitatori "intolleranti", Vi
do subito la buona notizia che ci sono dei nuovi
prodotti che Vi apriranno nuove prospettive di vita.
i pensieri
dei nostri clienti.
"Mi
chiamo Alessandra , .. da circa 20
anni soffro di colon irritabile ....
"Mi
chiamo Daniela, ...
disturbi intestinali con scariche ripetute ... ho perso 9 chili ....
"Mi chiamo Marco 27 anni e soffro dal 2003 di RCU."
"Le mando una lettera di ringraziamento perché con i vostri consigli ho evitato:
2 mesi
di delatcortene, metotressate, infliximab"
"Sono Lorena , 40 anni e soffro dal
1994 di
RCU e poi Crohn."
Da 20 scariche al giorno, dimagrita, con le stampelle,
ascessi in bocca: il mio percorso
"Sono Teresa , 60 anni e soffro di Rettocolite"
12 scariche al giorno
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Le intolleranze alimentari sono sostanzialmente
degli stati infiammatori scatenati dall'assunzione di alcuni alimenti.
Non sono ancora delle vere allergie (con
produzione di anticorpi specifici: IgE specifiche), sono tipicamente "dose
dipendente" cioè il disturbo è proporzionale alla quantità di alimento e si
manifestano con:
- gonfiore e tensione addominale,
- rossori ed eritemi cutanei, ponfi
- mal di testa,
- ritenzione idrica.
un'accenno ai meccanismi e ai disturbi
dell'intossicazione alimentare potete averlo consultando:
Sindrome da
Permeabilità intestinale aumentata (Leaky
Gut Syndrome)
Tipicamente il quadro clinico si
presenta coinvolgendo i seguenti aspetti:
-
intolleranze
alimentari variamente estese, con carenze di vitamine e minerali,
alterazioni della flora batterica;
-
infiammazione con malassorbimenti ed alterazione della permeabilità
selettiva della mucosa, (con passaggio di sostanze “indesiderate” nel
circolo linfatico e sanguigno, e conseguente alterazione delle risposte
immunitarie: orticaria, dolori, artriti, psoriasi, tiroiditi etcc.);
-
alterazione del
sistema nervoso autonomo con spasmi gastro-intestinali;
-
alterazione del
transito intestinale con stipsi o scariche.
-
Frequenti
infezioni genito-urinarie: Candida, cistiti
Il classico “gonfiore”
addominale (con blocco dell’emissione dell’aria), è principalmente causato da:
uno spasmo nervoso aggravato dall’infiammazione, scatenata dal
cibo non tollerato.
Pertanto l’azione dovrà agire su:
Tipicamente le intolleranze sono
dipendenti dallo stato infiammatorio: maggiore è l'infiammazione, maggiore sarà
sia il numero che la gravità dell'intolleranze.
I test per le intolleranze hanno nel
migliore dei casi una affidabilità dell'80%, forniscono una "fotografia" dello
stato attuale e non tengono conto delle variabiltà dei cibi legate ai diversi
processi produttivi, adittivi etcc..
Pertanto è sempre consigliabile
acquisire una propria sensibilità ed essere seguiti da persone esperte nella
rieducazione intestinale che dovrebbe portare in breve tempo (solitamente 20-45
gg) alla reintroduzione di una dieta variata e ben bilanciata.
L’azione da noi proposta si articola
in 2 Fasi:
Fase 1 :
azione antinfiammatoria + dieta base
+ azione antispastica
Fase 2 : (dopo 3 gg) copertura
delle “carenze alimentari”
>> “recupero del “carico
intestinale”
>> Dieta “ottimale”
I benefici si percepiscono già entro i
primi tre giorni:
Generalmente
dopo una prima dieta base, (calibrata su
il primo controllo a 3 giorni), che proseguirà per circa altri 10 giorni,
si introducono gradatamente molti alimenti, per giungere dopo circa 30-45 gg ad
una buona dieta variata, con la possibilità di introdurre a rotazione
anche gli alimenti a cui si era intolleranti.
Data la variabilità dei casi personali
è altamente consigliabile un supporto di un curante esperto. Tale supporto deve
essere chiaramento stretto e con frequenti controlli.
Solitamente un buon percorso deve
prevedere dei controlli a 3 , 6, 15, 30 giorni.
Diffidate da chi stabilisce il primo
controllo a 1-2 mesi.
Tenete
presente che i test per le intolleranze
sono affidabili mediamente per l'80 %, e che gli alimenti che sono
nelle fiale test sono spesso diversi da quelli che trovate nel supermercato (c'è
una variabilità anche tra le varie marche e le varie confezioni)
Per facilitare la rieducazione da intolleranze abbiamo realizzato delle
proposte
"intolleranze" che
prevedono oltre ai
prodotti per 30-40 giorni
(sufficenti per raggiungere già un
buona autonomia alimentare) anche un attento e puntuale
controllo e supporto sia via telefono, che via email, da parte di un
nostro laureato in Biologia specializzato nella rieducazione intestinale , ed
anche con la consegna di schede personalizzate di facile utilizzo.
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Proposta n. 1: “intolleranze
normo-transito”: Blusterol-Forte, Paxafibra, Fibra d'Acacia, +
Schede e supporto personalizzato per 40 giorni.
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Proposta n. 2: “intolleranze-con
stitichezza”
: 1 Blusterol-Forte, 1 Stimul-Mag, Paxafibra, Fibra d'Acacia +
Schede e supporto personalizzato per 40 giorni.
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Proposta n. 3: “intolleranze-con
scariche”: Paxacol 550
ml, MSM, Paxafibra, Fibra d'acacia + Schede e supporto personalizzato per 40
giorni.
Le
caratteristiche dei prodotti sono consultabili in “Prodotti”
Autore: Livi
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Approfondimenti estratti dalla rete: |
Intolleranze Alimentari |
da Wikipedia:
In
medicina
In senso medico, l'intolleranza si
riferisce all'incapacità di ingerire
farmaci o
alimenti (come, ad esempio, il
latte,
lo
zucchero, la
farina, il
lievito di birra, l'uovo
e i cosiddetti "cibi nascosti", come gli additivi alimentari, i
coloranti...) senza che si manifestino reazioni
allergiche nocive.
Le intolleranze da farmaci
sono causate per lo più da
analgesici (aspirina e i farmaci antiinfiammatori non
steroidei), mezzi di contrasto iodati usati in
radiologia e sulfamidici.
Le
intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari
vengono anche definite le allergie non allergiche. Nel
1991
l'allergologo
Allen P. Kaplan descriveva la differenza tra le allergie
tradizionali e le intolleranze alimentari, descrivendo casi di
stati allergici che non avevano, come di solito accade, una
produzione in grande quantità di
immunoglobuline E (IgE). A tutt'oggi non esiste una causa
dimostrata e da tutti accettata sulla natura delle intolleranze
alimentari. Alcune
patologie (riniti,
asma,
congiuntiviti,
dermatiti,
dermatosi,
eczemi,
psoriasi,
coliti) potrebbero essere una con-causa di intolleranze
alimentari che provocano una minor difesa, da parte dei
globuli bianchi, dell'organismo. Esistono, comunque,
numerosi test che permettono di rilevare le intolleranze
alimentari. È tuttavia indispensabile distinguere fra test non
convenzionali, ovvero non validati scientificamente, e test
scientifici, che tuttavia sono ancora in corso di validazione e
quindi non offrono ancora risultati obiettivi. Il più diffuso
fra i test non scientifici utilizzati per "diagnosticare" le
intolleranze alimentari è il
Vega Test, il quale tuttavia in recenti studi del 2001 e
2002 ha dimostrato di non essere in grado di distinguere fra
soggetti sani o malati. Recentemente uno studio comparato tra
sistema di daphne biotest e sistema VegaTest ha evidenziato come
quest'ultimo abbia un errore di ripetibilità del 56% contro solo
il 6% del biotest Daphne (studio condotto su 50 ripetizioni nel
2006-2007 convalidato da ASL Na3 dipartimento di medicine non
convenzionali). Esistono anche test che valutano le intolleranze
alimentari che insorgono "tardivamente", ovvero che inducono una
risposta cellulo-mediata a lungo termine: in questo caso gli
anticorpi che vengono prodotti dal sistema immunitario sono le
ImmunoglobulineG (IgG).
La valutazione della reazione delle IgG a contatto con antigeni
alimentari di estrazione naturale basata su una metodica ELISA
computerizzata offre un alto grado di ripetibilità e un’assoluta
affidabilità.
Le intolleranze alimentari, possono
derivare da varie cause. Di solito si manifestano per un
meccanismo di accumulo, cioè certe sostanze si accumulano nel
nostro organismo. Ad esempio possono essere causate da un
accumulo nel nostro organismo di molecole con attività
farmacologica, come ad esempio le amine vasoattive. Altre cause
possono essere dovute a disfunzioni dell'apparato digerente che
possono portare all'assorbimento di molecole non del tutto
idrolizzate. Altre cause possono essere dovute da un deficit
enzimatico come succede ad esempio per il lattosio. La carenza
di questo enzima può essere compensata introducendo quantità in
modo molto graduale e crescente di latte.
http://it.wikipedia.org/wiki/Intolleranza |
DIAGNOSTICA NON CONVENZIONALE DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI
Un pò
di storia...
Mentre per la medicina scientifica le reazioni avverse agli alimenti ed agli
additivi
sono piuttosto rare, per l'ecologia clinica, disciplina nata negli USA a partire
dagli anni '60, tali reazioni sono piuttosto frequenti, potendo determinare o
aggravare disturbi cutanei, intestinali, neurologici, reumatologici e
psichiatrici ad andamento cronico. Secondo gli ecologisti clinici non è
possibile diagnosticare con le medotiche sopraindicate (prick, prick-by-prick,
eliminazione, scatenamento in doppio cieco, ricerca di IgE specifiche, ed
anticorpi anti-proteine specifiche) tutte le reazioni avverse o tossiche
agli alimenti e per questo occorre affidarsi ad altre procedure. Già nel 1925
alcuni allergologi americani cominciarono a sospettare che l'esposizione, giorno
dopo giorno, a cibi comuni (pane, latte, uova, ecc.). potesse provocare, in
certi individui, disturbi fisici e mentali.
Un vero pioniere in questo campo va considerato il dott. Arthur Coca,
rispettassimo fondatore dell'American Journal of Immunology, professore di
farmacologia al Cornell Medical Center e poi direttore delle ricerche alla
Lederle S.p.A.. Nel 1942 egli pubblicò un lavoro intitolato "Familiar non
reaginic food allergy" in cui formulava l'ipotesi che, alcuni alimenti verso cui
l'individuo era intollerante, potesse causare un'accelerazione dei battiti
cardiaci. Partendo da osservazioni su sua moglie e su se stesso, egli elaborò il
semplice test del polso (o di Coca), che, sebbene non affidabile e preciso, è il
primo dei test "alternativi" per la diagnosi di reazione avversa alimentare ed
appare ai più utile, almeno per uno screening generale. Ma il vero artefice
delle ricerche di ecologia umana che hanno portato ad una più precisa
definizione di "intolleranza
chimica" è da considerarsi Ted Randalph. Allievo di Rowe e di Rinkel, egli
pubblicò i risultati del suo lavoro sulle reazioni allergiche mascherate
(ritardate e non legate a risposte immunitarie) nel 1944. Dopo 15 anni
d’ininterrotto lavoro allo Svedish Convent Hospital di Chicago, pubblicò nel
1951, con l'allergologo Zeller, un libro sulle reazioni "mascherate",
raccogliendo un gran numero di casi di pazienti insensibili a qualsiasi metodo
tradizionale di cura, migliorati o guariti eliminando alimenti verso i quali
avevano sviluppato intolleranza. Tuttavia ci vollero altri tre anni (1954)
perché Randolph capisse il fenomeno del "mascheramento" alla luce delle teorie
sullo stress di Seyle, formulate su Nature nel 1944. Le reazioni avverse seguono
il seguente andamento:
-
Allarme iniziale (non adattamento e reattività immediata);
-
Resistenza (adattamento);
-
Esaurimento (disadattamento e perdita di reattività).
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Secondo questa visione (fatta propria negli anni seguenti da Mackarness, Lewith
ed altri ecologisti clinici), dosi ripetute di cibo intollerante esauriscono le
capacità adattogene individuali (relazione fra asse
ipotalamo-ipofiso-surrenalico e sistema psiconeuroendocrino ed immunitario),
causando accumulo di "veleni" (tossine)
in grado di determinare quadri inaspettati come sordità,
reumatismo cronico,
cefalea,
mucosite auricolare a ripetizione,
dermatite,
colite
specifica o aspecifica,
depressione, ecc.
Alla fine della sua carriera (fine anni cinquanta, inizio anni sessanta)
Randolph elaborò l'idea che l'impiego d’alimenti cresciuti organicamente e senza
pesticidi potesse essere la risposta agli stati tossici legati all'intolleranza
alimentare.
Tuttavia, nei diversi paesi, la ricerca continuava, soprattutto nel tentativo di
elaborare sistemi diagnostici in vivo ed in vitro affidabili e ripetitivi, ma
diversi da quelli comunemente impiegati dal mondo accademico (22).
Furono tentate diverse strade che portarono a facili entusiasmi, poi spenti
dalla critica del tempo.
Ad esempio il test del pH salivare (con ampie variazioni verso l'acidosi
in caso di intolleranza alimentare) o lo studio minelarografico dei capelli che,
tuttavia, è molto variabile nel tempo e per nulla affidabile (a parte il costo
davvero elevato).
Senza voler ripercorrere la storia dei diversi test alternativi, soffermiamoci
su quattro di essi, tre in vivo e l'ultimo in vitro, i quali hanno avuto
maggiore diffusione e portato a risultati più credibili ed attendibili, potendo
anche ripetere lo stesso esame con metodiche diverse per avere la possibilità di
maggiore attendibilità(23).
Test
DRIA: Si basa sullo studio delle variazioni del tono muscolare in rapporto
all'assunzione di cibi intolleranti. E’ piuttosto affidabile e ripetitivo nei
risultati, a patto di impiegare strumenti di buona qualità e personale ben
qualificato. Il costo della strumentazione (in fondo un dinamometro ad alta
sensibilità) è piuttosto elevato e rende la quota a carico dell'utente piuttosto
alta. Si tratta praticamente dell'automazione del test kinesiologico.
Test
Chinesiologico: Gli esperti di
osteopatia,
chiropratica e
posturologia affermano che è possibile anche una valutazione diretta e
manuale del tono muscolare, senza l'impiego di strumenti di rivelazione.
Non sono mai state prodotte però casistiche ampie e soprattutto controllate
Test
EAV:
VEGA Test,
Sarm Test,
Bio Strengt Test,
e loro varianti
Sviluppatosi a partire dalle osservazioni dell'elettroagopuntura
secondo Voll, sulle variazioni del potenziale elettrico cutaneo in relazione al
contatto con alimenti intolleranti. Nonostante il metodo sia criticato per la
sua scarsa riproducibilità (i risultati variano secondo l’operatore, della
strumentazione e delle "sostanze-test" usate), si è tentato di ovviare alle
diverse limitazioni costruendo, nel tempo, apparecchiature differenti (Vega,
Mora, Sarmtest, Bio Strenght Meter), con puntali sempre più maneggevoli e
calibrati, in modo da ottenere risultati indipendenti dalla pressione
esercitata. Fra le metodiche alternative è l'unico test che può vantare ricerche
cliniche ampie e di un qualche significato. Mentre in Germania, Inghilterra,
Canada e negli USA sono stati impiegati molti apparecchi diversi (Dermatron,
Vital, Lesten, Interro), in Italia hanno soprattutto preso piede vari tipi di
Vega (principalmente il Vega II), il Mora, il Sarm-test (nelle due versioni 800
e 2.000) ed il Bio Strenght Meter di Visconti.
Che
cosa è il Test: Il test consiste nel valutare la resistenza elettrica cutanea in
rapporto ai principi del bilancio bioenergetico dei punti di agopuntura
descritti da Voll nel 1973 ed è stato usato dagli ecologisti clinici per le
tossicosi alimentari e da additivi e dagli omeopati per l’assentimento
individuale dei diversi rimedi. Gli studi rondomizzati e controllati hanno
riguardato sia le allergie alimentari sia quelle da inalanti, con casistiche
significative ed indici di discriminazione dell'’80-90%.
Test
Leucocitotossico :
Messo
a punto da Byrant negli anni quaranta e sviluppatosi poi in Europa (Inghilterra
ed Italia) alla fine degli anni ottanta. consiste nel documentare, in vitro,
l'azione citotossica (vacuolizzante) di certi alimenti sui neutrofili del
paziente. Nonostante numerose segnalazioni sulla sua affidabilità e
riproducibilità (10), molti AA affermano che, eseguendo esami sullo stesso
paziente e sul sangue dello stesso prelievo in centri diversi, si possono
ottenere risultati nettamente differenti. La medicina ortodossa è molto critica
sulla reale efficacia del test. Le nostre numerose esperienze c’inducono ad una
certa prudenza circa la reale capacità del test di rilevare reazioni avverse,
con risposte, talvolta contraddittorie anche quando le letture vengono
effettuate da parte di operatori espert.
Fonte:
http://utenti.lycos.it/intoalimentary/diagnostica%20non%20conv.intolleranza.HTM |
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