Le
malattie infiammatorie croniche sono condizioni la cui
eziopatogenesi rimane ancora oggi
di origine sconosciuta.
I
metaboliti dell’acido arachidonico, gli eicosanoidi, vengono
ritenuti responsabili della cascata infiammatoria che
automantiene la flogosi iniziale. Tali metaboliti vengono
prodotti a partire dagli acidi grassi a 20 atomi di carbonio.
Si
possono distinguere due vie metaboliche:
a
- attraverso la via della ciclossigenasi,
l’acido arachidonico viene trasformato in
prostaglandine, prostacicline e trombossani
b - attraverso la via della 5-lipossigenasi, attiva a livello
dei granulociti eosinofili e dei monociti,
deriva la produzione di leucotrieni.
Il
leucotriene B4 e l’acido 5-idrossieicosatetraenoico
costituiscono i principali metaboliti flogogeni prodotti a
livello dei granulociti
E’
stato dimostrato che il leucotriene B4 è presente nella mucosa
colica dei pazienti con malattia infiammatoria cronica
intestinale in concentrazioni 50 volte superiori a quelle
riscontrabili in condizioni di normalità. Inoltre agisce
attraverso un secondo messaggero amplificando la risposta
infiammatoria secondaria alla produzione di citochine ad azione
flogogena. Infine, avendo elevate proprietà chemiotattiche,
favorisce la migrazione di cellule direttamente responsabili dei
processi di flogosi.
I
farmaci attualmente più utilizzati nella terapia delle malattie
infiammatorie croniche intestinali agiscono interferendo a vari
livelli di tale cascata infiammatoria. I glucocorticoidi (
cortisonici ) prevengono la formazione di molecole libere di
acido arachidonico, attraverso l’inibizione dell’attività
delle fosfolipasi A2 e
C sui fosfolipidi di membrana. La mesalazina agisce attraverso
l’inibizione della 5-lipossigenasi nella mucosa colica.
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Figura
1 - Via metabolica della Ciclossigenasi
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Figura
2 - Via metabolica della 5-Lipossigenasi
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Lee
e coll. suggerirono possibili effetti degli acidi grassi
contenuti nell’olio di pesce sui processi metabolici cellulari
di tipo infiammatorio. L’acido eicosapentaenoico ( EPA ),
acido grasso polinsaturo a 20 atomi di carbonio ( Figura 3 ),
prodotto dal metabolismo dell’acido α-linolenico,
si differenzia dall’acido arachidonico per la presenza di un
doppio legame in più in posizione 17.
Esso
rappresenta un buon substrato per la 5-lipossigenasi e compete
con l’acido arachidonico per l’utilizzazione di tale enzima
insieme al suo omologo acido docosaesaenoico ( DHA ).
L’incorporazione di acido eicosapentaenoico e di
docosaesaenoico nelle membrane dei granulociti neutrofili è il
presupposto fondamentale per il realizzarsi del meccanismo
d’azione competitivo nei confronti
dell’acido arachidonico. Tale effetto comporta una
ridotta sintesi di leucotriene B4 e la sintesi di un nuovo
leucotriene B5 il quale non possiede alcun effetto flogogeno.
Nota
VitalOil: in uno studio con pazienti anziani, l'arrichimento
della dieta con 3
gr di ALA - Omega 3
+ 3 gr di LA - Omega 6 hanno dimostrato di elevare i livelli plasmatici
di tutti gli acidi grassi Omega
3:
-
ALA (+100%),
-
EPA
(+44%) e DHA (+20%)(1)
(i suoi metaboliti).
Inoltre per la presenza di
enzimi comuni nelle vie metaboliche Omega 3 - Omega 6,
elevando il consumo degli acidi grassi Omega-3 si riduce, per competizione, la produzione
dell’acido Arachidonico
e dei suoi derivati, ritenuti proinfiammatori ed aterogeni.
In
uno studio sul Crohn sperimentale l'assunzione di una dieta ricca in
ALA-w3 era più efficace di un arrichimento con olio di pesce (EPA +DHA) .-
J Gastroenterol. 1995 Nov;30 Suppl 8:98-101.
Gli
effetti antinfiammatori dell’olio di pesce sono stati
verificati su modelli animali, su coliti indotte nel ratto da
acido trinitrobenzensulfonico. Accanto agli effetti sulla
cascata dell’acido arachidonico, gli acidi grassi omega 3
contenuti nell’olio di pesce, riducono i livelli circolanti e
tissutali delle principali citochine flogogene (IL-1,TNFα )
e limitano la sintesi del “platelet activating factor”,
fosfolipide con potente azione flogogena.
Studi
clinici preliminari eseguiti
agli inizi degli anni 90 da Mc Call e Salomon hanno
dimostrato che l’utilizzo di olio di pesce in soggetti con
malattia infiammatoria cronica intestinale attiva, consente di
ottenere una sensibile riduzione dello score di attività di
malattia.
Hawthorne
e coll. dimostrarono che una
supplementazione di prodotti a base di olio di pesce consentiva
di ridurre sensibilmente il consumo di steroidi con remissioni
cliniche più prolungate nel tempo , grazie alla dimostrata
riduzione del leucotriene B4, leucotriene a spiccata attività
flogogena. Belluzzi e coll. hanno studiato l’efficacia
dell’acido eicosapentaenoico nel mantenimento della remissione
in soggetti adulti con malattia di Crohn. Tali autori hanno
riscontrato che il 69% dei pazienti del gruppo controllo contro
il 28% dei soggetti trattati con olio di pesce presentava
recidive durante l’anno di follow up e che al termine
dell’anno di osservazione il 59% dei trattati era ancora in
remissione rispetto al 26 % del gruppo controllo ( placebo ).
Uno
studio multicentrico
pediatrico, randomizzato e a doppio cieco, condotto su un
campione di 70 pazienti allo scopo di verificare l’efficacia
di un trattamento aggiuntivo con acido eicosapentaenoico nel
mantenere più a lungo la remissione clinica e migliorare lo
stato nutrizionale, ha dimostrato che i pazienti trattati
presentavano un numero di recidive nettamente inferiore rispetto
al gruppo controllo trattato con placebo. Si assisteva inoltre
ad un miglioramento dei parametri nutrizionali. Tale studio
conferma i dati già pubblicati nel paziente adulto e dimostra
l’efficacia, in assenza di effetti collaterali, dell’olio di
pesce nel prevenire recidive di malattia infiammatoria cronica
intestinale.
(per
leggere l'abstract dell'articolo clicca sull'icona )
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