APPROFONDIMENTO

 


ACIDI GRASSI ESSENZIALI NELLA TERAPIA DI MANTENIMENTO DELLA MALATTIA DI CROHN

 

Paola Roggero

Dipartimento di Pediatria - Servizio di gastroenterologia e nutrizione clinica

Clinica De Marchi - Università degli Studi di Milano

 

Le malattie infiammatorie croniche sono condizioni la cui eziopatogenesi rimane ancora oggi  di origine sconosciuta.

I metaboliti dell’acido arachidonico, gli eicosanoidi, vengono ritenuti responsabili della cascata infiammatoria che automantiene la flogosi iniziale. Tali metaboliti vengono prodotti a partire dagli acidi grassi a 20 atomi di carbonio. 

Si possono distinguere due vie metaboliche: 

a - attraverso la via della ciclossigenasi, l’acido arachidonico viene trasformato in prostaglandine, prostacicline e trombossani 


b - attraverso la via della 5-lipossigenasi, attiva a livello dei granulociti eosinofili e dei monociti, deriva la produzione di leucotrieni. 

Il leucotriene B4 e l’acido 5-idrossieicosatetraenoico costituiscono i principali metaboliti flogogeni prodotti a livello dei granulociti 

 

E’ stato dimostrato che il leucotriene B4 è presente nella mucosa colica dei pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale in concentrazioni 50 volte superiori a quelle riscontrabili in condizioni di normalità. Inoltre agisce attraverso un secondo messaggero amplificando la risposta infiammatoria secondaria alla produzione di citochine ad azione flogogena. Infine, avendo elevate proprietà chemiotattiche, favorisce la migrazione di cellule direttamente responsabili dei processi di flogosi.

I farmaci attualmente più utilizzati nella terapia delle malattie infiammatorie croniche intestinali agiscono interferendo a vari livelli di tale cascata infiammatoria. I glucocorticoidi ( cortisonici ) prevengono la formazione di molecole libere di acido arachidonico, attraverso l’inibizione dell’attività delle fosfolipasi A2  e C sui fosfolipidi di membrana. La mesalazina agisce attraverso l’inibizione della 5-lipossigenasi nella mucosa colica.

 

Figura 1 - Via metabolica della Ciclossigenasi

Figura 2 - Via metabolica della 5-Lipossigenasi

 

Lee e coll. suggerirono possibili effetti degli acidi grassi contenuti nell’olio di pesce sui processi metabolici cellulari di tipo infiammatorio. L’acido eicosapentaenoico ( EPA ), acido grasso polinsaturo a 20 atomi di carbonio ( Figura 3 ), prodotto dal metabolismo dell’acido α-linolenico, si differenzia dall’acido arachidonico per la presenza di un doppio legame in più in posizione 17. 

Esso rappresenta un buon substrato per la 5-lipossigenasi e compete con l’acido arachidonico per l’utilizzazione di tale enzima insieme al suo omologo acido docosaesaenoico ( DHA ). L’incorporazione di acido eicosapentaenoico e di docosaesaenoico nelle membrane dei granulociti neutrofili è il presupposto fondamentale per il realizzarsi del meccanismo d’azione competitivo nei confronti  dell’acido arachidonico. Tale effetto comporta una ridotta sintesi di leucotriene B4 e la sintesi di un nuovo leucotriene B5 il quale non possiede alcun effetto flogogeno.


 

Nota VitalOil: in uno studio con pazienti anziani, l'arrichimento della dieta con 3 gr di ALA - Omega 3 + 3 gr di LA - Omega 6  hanno dimostrato di  elevare i livelli plasmatici di tutti gli acidi grassi Omega 3:

- ALA (+100%),   

- EPA (+44%) e DHA (+20%)(1) (i  suoi  metaboliti).

Inoltre per la presenza di enzimi comuni nelle vie metaboliche Omega 3 - Omega 6, elevando il consumo degli acidi grassi Omega-3 si riduce, per competizione, la produzione  dell’acido Arachidonico e dei suoi derivati, ritenuti proinfiammatori ed aterogeni.

In uno studio sul Crohn  sperimentale l'assunzione di una dieta ricca in ALA-w3 era più efficace di un arrichimento con olio di pesce (EPA +DHA) .- J Gastroenterol. 1995 Nov;30 Suppl 8:98-101. 

 


 

Gli effetti antinfiammatori dell’olio di pesce sono stati verificati su modelli animali, su coliti indotte nel ratto da acido trinitrobenzensulfonico. Accanto agli effetti sulla cascata dell’acido arachidonico, gli acidi grassi omega 3 contenuti nell’olio di pesce, riducono i livelli circolanti e tissutali delle principali citochine flogogene (IL-1,TNFα ) e limitano la sintesi del “platelet activating factor”, fosfolipide con potente azione flogogena.

Studi clinici preliminari eseguiti  agli inizi degli anni 90 da Mc Call e Salomon hanno dimostrato che l’utilizzo di olio di pesce in soggetti con malattia infiammatoria cronica intestinale attiva, consente di ottenere una sensibile riduzione dello score di attività di malattia.

Hawthorne e coll. dimostrarono che  una supplementazione di prodotti a base di olio di pesce consentiva di ridurre sensibilmente il consumo di steroidi con remissioni cliniche più prolungate nel tempo , grazie alla dimostrata riduzione del leucotriene B4, leucotriene a spiccata attività flogogena. Belluzzi e coll. hanno studiato l’efficacia dell’acido eicosapentaenoico nel mantenimento della remissione in soggetti adulti con malattia di Crohn. Tali autori hanno riscontrato che il 69% dei pazienti del gruppo controllo contro il 28% dei soggetti trattati con olio di pesce presentava recidive durante l’anno di follow up e che al termine dell’anno di osservazione il 59% dei trattati era ancora in remissione rispetto al 26 % del gruppo controllo ( placebo ).

Uno studio  multicentrico  pediatrico, randomizzato e a doppio cieco, condotto su un campione di 70 pazienti allo scopo di verificare l’efficacia di un trattamento aggiuntivo con acido eicosapentaenoico nel mantenere più a lungo la remissione clinica e migliorare lo stato nutrizionale, ha dimostrato che i pazienti trattati presentavano un numero di recidive nettamente inferiore rispetto al gruppo controllo trattato con placebo. Si assisteva inoltre ad un miglioramento dei parametri nutrizionali. Tale studio conferma i dati già pubblicati nel paziente adulto e dimostra l’efficacia, in assenza di effetti collaterali, dell’olio di pesce nel prevenire recidive di malattia infiammatoria cronica intestinale.

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1.   Lee TH, Austen KF. Arachidonic acid metabolism by the 5-lipoxygenase pathway, and the effects of alternative dietary fatty acids. Adv. Immunol. 1986; 39 : 145-75.  

2.   Lee TH, Hoover RL, Williams JD, Sperling RI, Ravalese J, Spur BW, Robinson DR, Corey EJ, Lewis RA, Austen KF. Effect of dietary enrichment with eicosapentaenoic and docosahexaenoic acids on in vitro neutrophil and monocyte leukotriene generation and neutrophil function. N. Engl. J. Med.1985;312 (19):1217-24.

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      Ann. Intern. Med.  1992; 116 (8) : 609-14.

4.   Hawthorne AB, Daneshmend TK, Hawkey CJ, Belluzzi A, Everitt SJ, Holmes GK, Malkinson C, Shaheen MZ, Willars JE. Treatment of Ulcerative colitis with fish oil supplementation : a prospective 12 month randomised controlled trial. Gut 1992; 33 (7) : 922-8.  

5.   Belluzzi A, Brignola C, Campieri M, Pera A, Boschi S, Miglioli M .Effect of an enteric coated fish oil preparation on relapses in Crohn's disease. N Engl J Med 1996 ;334 (24):1557-60.

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7.   Almallah YZ, Ewen SW, El-Tahir A, Mowat NA, Brunt PW, Sinclair TS, Heys SD, Eremin O. Distal proctocolitis and n-3 polyunsaturated fatty acids : the mucosal effects in situ. J. Clin Immunol. 2000; 20 (1) : 68-76.

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9.   Lugea A, Videla S, Villaseca J, Guarner F.  Antiulcerogenic and antiinflammatory actions of fatty acids on the gastrointestinal tract. Prostaglandins Leukot Essent Fatty Acids. 1991; 43 (3) : 135-40.